Il barcone della morte viene portato a terra – Trinidad Guardian

Un caicco fantasma disperso nell’Oceano Atlantico con 14 corpi è stato trovato a Trinidad e Tobago. Unico indizio, un cellulare delle Mauritania e le banconote in euro e franchi svizzeri. Migranti che nel tentativo di sfuggire a guerre e carestie trovano la morte in mare: tragedie che si ripetono in tutti i mari del mondo. Nello Scavo in un articolo pubblicato da Avvenire lunedì 7 giugno 2021 (che qui riprendiamo) ci racconta del ritrovamento di questa imbarcazione nell’Atlantico ma è come se ci parlasse di quanto avviene “regolarmente” nei mari che circondano il nostro Paese.

Da mesi vagavano alla deriva nell’Oceano Atlantico. Sono arrivati in 14. Tutti morti. Accatastati l’uno sull’altro. A bordo un telefono con una sim della Mauritania. E’ da lì che i migranti erano salpati, cinquemila chilometri prima, diretti verso le Canarie. Li hanno trovati alcuni pescatori di Trinidad e Tobago, l’isola dei Caraibi dove di barche fantasma e di scheletri si parla solo nelle leggende sui pirati.

Nei piani avrebbe dovuto essere un viaggio di qualche giorno. Sfidando la sorte e l’umore dell’oceano per quasi 800 chilometri verso la più vicina costa europea, a Gran Canaria o Fuerteventura, nell’arcipelago spagnolo al largo dell’Africa Orientale. Invece si sono persi tra i flutti e la traversata è diventata transoceanica. Lo stato dei corpi indica una permanenza al sole di settimane, se non mesi.

E non sono gli unici. Altri tre barconi segnalati dai familiari in partenza nelle ultime due settimane non sono mai arrivati. Già un mese fa un caicco era stato avvistato mezzo migliaio di chilometri a sud di Fuerteventura. A bordo c’erano 24 cadaveri e tre migranti in fin di vita. Quando dopo i soccorsi si sono ripresi, i superstiti hanno raccontato di aver dovuto gettare in mare una trentina di persone senza vita, poi le forze sono mancate e un giorno alla volta sono morti tutti gli altri.

“Dato lo stato di decomposizione non siamo sicuri di poter accertare la causa della morte”, ha detto la polizia di Trinidad alla stampa. Le uniche immagini disponibili mostrano il tipico caicco trascinato a riva dai pescatori.

“La nostra Cyber ​​Unit – ha spiegato la Polizia – è stata in grado svolgere analisi sul cellulare trovato sulla barca e ha confermato che l’apparecchio era registrato in Mauritania. Stiamo cercando, attraverso il Ministero degli Affari Esteri di allacciare collegamenti con la Mauritania per vedere se lì c’è un’indagine a che punto sia arrivata”.

Addosso ai corpi senza vita gli inquirenti hanno trovato anche moneta in doppia valuta: euro e franchi svizzeri custoditi in sacchetti impermeabili sigillati, così come un gps spento. Anche avesse funzionato a lungo, i naufraghi non avrebbero avuto possibilità di contattare nessuno, visto che a bordo non è stato trovato alcun telefono satellitare.

Già a marzo, spiega il Trinidad Guardian, le autorità del Nicaragua, avevano trovato una barca con sei cadaveri. Uno di questi aveva con sé un passaporto della Guinea. Anche per i corpi recuperati nei giorni scorsi a Trinidad si tenterà di identificare la nazionalità. Ma assai raramente i Paesi d’origine collaborano, poiché spesso non sono dotati di un archivio delle impronte digitali e quasi mai è possibile incrociare i dati del Dna.

Almeno 800 persone risultano decedute o disperse nel 2020 lungo la rotta dall’Africa Orientale verso le Canarie. Stime per difetto. Più di 100 le vite perdute quest’anno, sebbene si tratti di stime per difetto, poiché non esistono organizzazioni o enti in grado di tenere traccia delle partenze.

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