“Ma tu la conosci la storia del cammello? No? Allora devi leggere il libro per scoprirla…” E’ stato così che Abdullahi mi ha comunicato l’uscita del suo libro: ponendomi di fronte una piccola sfida e addobbandola di molta curiosità un giorno qualsiasi, mentre ci trovavamo a Lampedusa. Forse, dato il luogo, un giorno qualsiasi quello non lo era. Perché quella terra, quell’isola nello specifico, era stato il luogo di approdo di Abdullahi dodici anni fa. Ha ormai valore simbolico perché per raggiungerlo, come ricorda sempre lui, noi da Torino prendiamo l’aereo senza mettere in pericolo le nostre vite.

Parla poco di sé, Abdullahi. Tocca temi di rilievo internazionale, parla di cittadinanza, di Europa ed è un appassionatissimo granata. Porta addosso i colori della Somalia, segno distintivo di quell’Africa subsahariana che è lontana anni luce da qui. Parla con schiettezza e quando lo fa ti guarda dritto negli occhi. Ha, attorno a sé, un’aura che brilla di un’intensa luce propria.

Lo sguardo avanti. La Somalia, l’Italia, la Mia Storia ripercorre la strada di Abdullahi. Racconta il percorso che ha fatto per arrivare fin qui, ma anche quello che verrà. Invita a tenere alto lo sguardo, senza mai distoglierlo da ciò che è stato seminato. Rimanda così alla fondazione dell’Associazione Generazione Ponte – che si occupa di dialogo tra culture e generazioni diverse, e al Festival dell’Europa Solidale e del Mediterraneo. Riporta nero su bianco le peripezie di un ragazzo che si è fatto uomo e che a furia di cambiare, ha cambiato un po’ anche il mondo intorno a sé.

Questo libro racconta di quei dettagli che raramente vengono affrontati nelle conversazioni quotidiane. Sono argomenti che scavano nel profondo ed hanno il coraggio di parlare di dolore, sofferenza, ma anche di coraggio e speranza. Ciò che non viene raccontato, è che Abdullahi è stato uno dei vincitori del Premio Altiero Spinelli, riconoscimento della Commissione Europea. Ma questa è un’altra storia e per leggerla probabilmente dovremo aspettare il secondo volume.

Potrei proseguire a lungo ma concludo con una domanda… voi la conoscete la storia di Abdullahi e del cammello? No? Allora dovete leggere il libro per scoprirla!

 

Roxana Olariu – del Gruppo Giovani dell’Ufficio Pastorale Migranti

 

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