Riportiamo un articolo pubblica da Melting Pot  sabato 29 maggio 2021 che ci parla delle difficoltà ma anche della determinazione di Filimon, un ragazzo eritreo di soli 16 anni, per ottenere il permesso di ricongiungimento famigliare. Melting Pot parte da questa “storia a lieto fine” per ricordarci che sono1.276 le telefonate ricevute nel 2020 dalla Helpline minori migranti di Save the Children. Tante richieste d’aiuto di ragazzi e ragazze per i ritardi nelle pratiche amministrative che li riguardano. Ma tra le difficoltà c’è stato anche il mancato incontro fra minori non accompagnati e tutori volontari, che dalle normative anti-COVID non sono stati considerati come congiunti, malgrado in Italia siano per questi ragazzi le figure più prossime.

 

È arrivato in Italia dalla Libia con i corridoi umanitari e vuole da tempo raggiungere un cugino in Nord Europa. Filimon, 16 anni, eritreo, è uno dei minori non accompagnati (MSNA) che hanno chiesto aiuto alla Helpline minori migranti di Save the Children per questioni di ricongiungimento familiare con parenti che vivono in Svezia, Francia, Danimarca, Germania.

«L’Helpline ha assistito Filimon nella relazione con il personale della sua struttura e con il suo tutore, in attesa del trasferimento programmato per il marzo 2020, poi saltato a causa dell’emergenza sanitaria e più volte spostato anche dopo il lockdown – racconta il report 2020 sull’attività della Helpline appena pubblicato -.  Filimon ha confidato agli operatori di essere stanco, nervoso, sfiduciato e di voler attraversare il confine e raggiungere autonomamente il Nord Europa».

Coinvolgendo il tutore e il cugino, gli sono stati spiegati i rischi di un viaggio solitario, la situazione della pandemia, ma si è anche riusciti a farlo riflettere sugli elementi positivi del suo percorso in Italia: il certificato di terza media e la possibilità di frequentare corsi d’inglese e d’informatica. Ora, Filimon dovrebbe partire entro l’estate 2021 ed è rimasto in contatto con gli operatori della Helpline.

«Ha saputo attendere per compiere un viaggio in sicurezza e in legalità – osserva ancora il report -, ma molti altri si sono lasciati scoraggiare dai tempi lunghissimi dei ricongiungimenti  e hanno deciso di muoversi in autonomia, con tutti i rischi che ciò comporta».

Nel 2020 il servizio di Save the Children ha ricevuto 1.276 telefonate. Sono 1.115 le persone «supportate e assistite»: 608 minori fra MSNA e “accompagnati” e 507 adulti fra operatori, volontari del settore e giovani neomaggiorenni, ma anche 31 tutori.

AAA Nuovi tutori cercansi

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Ha tirato le somme Raffaela Milano, direttrice dei programmi Italia-Europa di Save the Children: «Tante richieste di aiuto che arrivano dai ragazzi e dalle ragazze sono relative a ritardi nelle pratiche amministrative che li riguardano, come il rilascio del parere per la conversione del permesso di soggiorno, e ad attese per i ricongiungimenti familiari in altri Paesi europei e per la nomina di un tutore».

Su quest’ultimo punto, osserva ancora Milano, «la nomina di un tutore volontario al fianco di ogni ragazzo e ragazza stranieri giunti in Italia senza genitori è un tassello fondamentale del percorso di inclusione. Per questo motivo è necessario rilanciare la campagna per individuare nuovi tutori volontari, prevedere percorsi formativi e un sostegno per le spese vive che affrontano, così come contemplato dalla legge di stabilità».

Gli ostacoli e le difficoltà affrontate da MSNA e neo-maggiorenni

  • L’interruzione di attività formative di alfabetizzazione e di istruzione, che ha portato alla sospensione dei percorsi di integrazione (tirocini formativi per l’avvio di percorsi lavorativi).
  • La sospensione delle attività degli Uffici Immigrazione e delle Commissioni Territoriali per l’asilo.
  • La sospensione delle procedure di ricongiungimento familiare e il blocco dei trasferimenti, «che hanno allungato ulteriormente una tempistica di mesi di estenuante attesa, provocando in molti casi l’allontanamento volontario dalle strutture di accoglienza».
  • Il mancato incontro con i tutori volontari, che dalle normative anti-COVID-19 non sono stati considerati come congiunti, «nonostante che per i MSNA, privi di figure genitoriali sul suolo italiano, siano le figure più prossime».

(Fonte: Report 2020 della Helpline minori migranti, Save the Children 2021)

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