Dopo essere fuggita dalla RDC da bambina, Vickie è ora una borsista DAFI e studentessa al terzo anno di Scienze amministrative all’Università di Kyambogo a Kampala, in Uganda. © UNHCR/Antoine Tardy

 

L’Osservatore Romano, in un articolo pubblicato sabato 29 maggio 2021, ci dà informazione che l’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, ha lanciato una nuova campagna Aiming Higher volta a consentire ai rifugiati più talentuosi di accedere all’istruzione superiore attraverso borse di studio universitarie e corsi di formazione per l’acquisizione di competenze tecniche. La campagna di raccolta fondi mira a soddisfare quella che tra i giovani rifugiati rappresenta un’esigenza urgente e di enorme portata. Il lancio coincide col 70° anniversario dell’UNHCR e i 70 anni della Convenzione del 1951 sui rifugiati, pietra miliare della protezione internazionale dei rifugiati.

 

Nel futuro di un rifugiato l’istruzione può giocare un ruolo essenziale. Con questa convinzione l’Unhcr, l’agenzia Onu per i rifugiati, lancia una nuova campagna volta a consentire ai rifugiati più talentuosi di accedere all’istruzione superiore attraverso borse di studio universitarie e corsi di formazione per l’acquisizione di competenze tecniche.

La campagna di raccolta fondi mira a soddisfare quella che tra i giovani rifugiati rappresenta «un’esigenza urgente e di enorme portata» secondo l’agenzia Onu. Il lancio — avvenuto ufficialmente ieri — coincide col 70° anniversario dell’Unhcr e i 70 anni della Convenzione del 1951 sui rifugiati, pietra miliare della protezione internazionale dei rifugiati.

Nel mondo solo il 3 per cento dei giovani rifugiati risulta iscritto a un qualche corso di istruzione superiore. Si tratta di una proporzione terribilmente bassa che l’Unhcr intende far aumentare al 15 per cento entro il 2030. La nuova campagna, intitolata Aiming Higher, contribuirà al conseguimento di questo obiettivo. Attualmente, il programma di borse di studio universitarie per rifugiati (Dafi) promosso dall’Onu è seriamente sottofinanziato. L’attuale budget del programma previsto per la durata della campagna (2021-2023) è di 75 milioni di dollari. I contributi privati e governativi per il periodo menzionato sono fermi a 52 milioni di dollari. Pertanto, si registra un deficit di finanziamento pari a 23 milioni in relazione al conseguimento entro il 2023 degli obiettivi prefissati.

Aiming Higher — riporta un comunicato — chiede al settore privato di colmare questa lacuna contribuendo alla raccolta dei capitali supplementari. Se ciò avverrà, questo contributo permetterà di finanziare l’intero ciclo di studi universitari di 1.800 borsisti rifugiati, facendo rispettare l’obiettivo fissato dall’Unhcr di avere costantemente 9.200 studenti iscritti attivamente a un corso entro il 2023. «L’accesso all’istruzione superiore può cambiare la vita. Per i rifugiati può rappresentate la possibilità di prendere in mano il proprio futuro e contribuire allo sviluppo delle proprie comunità. Una delle modalità più significative con cui possiamo sostenere i giovani rifugiati è quella di contribuire a rendere queste opportunità largamente accessibili» ha dichiarato Kelly T. Clements, Vice Alto commissario Onu per i rifugiati. «Il conseguimento di un’istruzione superiore rappresenta un fattore chiave per generare crescita a lungo termine nei Paesi a reddito basso o medio, il che mette in evidenza l’importanza della campagna Aiming Higher» afferma l’Unhcr in una nota.

Aiming Higher prende ispirazione dalla visione promossa dal Global Compact sui rifugiati ed è coerente con l’impegno a «non lasciare indietro nessuno» assunto nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. In soli pochi mesi, da quando è stata lanciata a dicembre 2020, la campagna ha innescato una risposta senza precedenti, raccogliendo 4 milioni di dollari da oltre una decina di donatori individuali e imprese. A oggi, tra i donatori principali si registrano Ctp, la Fondazione BNP Paribas e la Hikma Pharmaceuticals.

Secondo la Banca mondiale, in seno all’intero sistema scolastico il conseguimento di un diploma di laurea garantisce ritorni economici più elevati, con un incremento medio del reddito pari al 17 per cento per ogni anno di istruzione ricevuta. Coloro che conseguono un’istruzione di qualità di livello post secondario hanno maggiori opportunità di trovare un’occupazione, possibilità di guadagnare stipendi più alti e risorse per gestire meglio gli shock economici.

Nel dettaglio, la transizione al mercato occupazionale resta una delle sfide principali per i rifugiati laureati, i quali spesso devono misurarsi con un accesso ridotto al lavoro formale o vivono in Paesi in cui si registrano elevati tassi di disoccupazione giovanile. Il programma di borse di studio dell’Unhcr mira dunque a migliorare la preparazione e l’occupabilità degli studenti affinché possano accedere al mercato del lavoro dopo il conseguimento del diploma di laurea.

Le attività includono, come accennato, corsi di preparazione alla carriera professionale, corsi di formazione, tirocini e tutoraggio, nonché opportunità di svolgere volontariato e networking.

 

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