«La corsa delle gazzelle e la nostalgia di Dio»: prendiamo spunto dal messaggio che ci ha affidato lo scorso 4 aprile mons. Repole, durante il tradizionale scambio con direttori, personale e volontari degli Uffici di Curia
Si ispirano a un racconto di Antoine de Saint-Exupéry gli auguri di mons. Roberto Repole alla Curia metropolitana.
«Ho allevato gazzelle», scrive Saint-Exupéry nel libro Terra degli uomini: «le chiudevamo in una casa di graticolato all’aria aperta, perché le gazzelle hanno bisogno della libera circolazione dei venti…Le crediamo addomesticate… ma viene il giorno in cui le trovate che premono le loro piccole corna contro il recinto, nella direzione del deserto… Ciò che cercano voi lo sapete, si tratta della distesa che le farà complete. Vogliono diventare gazzelle e danzare la loro danza. A centotrenta chilometri all’ora, vogliono conoscere la fuga rettilinea, spezzata da bruschi scatti…».
Il teologo tedesco Gisbert Greshake, ha spiegato mons. Repole, si è ispirato a «questo racconto di Saint-Exupery per dire che, tutto sommato, questa è la condizione di noi uomini: viviamo in questa vita mondana, cioè nel mondo, e ci stiamo anche bene per molto tempo, ma arriva il momento in cui ci sentiamo in un recinto. Per tanti motivi: vuoi perché – non so se capita anche a voi andando avanti negli anni – tra le persone che hai amato ce ne sono di più al di là della morte di quelli che sono al di qua; vuoi perché magari senti che tante aspettative, che hanno contraddistinto l’età della fanciullezza e della giovinezza, dopo si sono perse; vuoi perché per qualcuno la vita è faticosa anche per le malattie o per le ferite che tutto questo comporta».
«Mi sembra molto bello», ha aggiunto mons. Repole, «avviarci nella settimana santa e vivere questa Pasqua sapendo di essere un po’ come queste gazzelle, che stanno molto bene qui, ma tutto sommato alla fine spingono sul recinto. Perché? Perché mi sembra che soltanto se noi sentiamo questo sentimento, allora possiamo percepire che cosa significa che Cristo è risorto e che c’è davvero uno squarcio in quel recinto, nel quale ci infileremo e dentro cui ci possiamo infilare fin da adesso nella misura in cui questa vita mondana è una vita risorta».
E ha concluso:
Con queste splendide immagini e parole, il nostro Ufficio si unisce agli auguri dell’Arcivescovo e prega perché tutti possano trascorrere una serena Pasqua di Resurrezione.
Nella foto: il direttore Sergio Durando, i collaboratori e i volontari dell’Ufficio per la Pastorale dei Migranti con il vescovo ausiliare mons. Alessandro Giraudo, dopo la celebrazione dedicata al Distretto Sociale Barolo tenutasi nella chiesa dell’Istituto delle Figlie di Gesù Buon Pastore martedì 4 aprile 2023 (© Marcos Dorneles per l’Ufficio Pastorale Migranti di Torino)
AVVISO: CHIUSURA PER FESTIVITÀ PASQUALI 2023
Vi ricordiamo che il nostro Ufficio rimarrà chiuso al pubblico da giovedì 6 a lunedì 10 aprile compresi.
Apriremo con i consueti orari da martedì 11 aprile.